31 luglio 2013 La questione della crisi economica è in Italia sempre all’ordine del giorno: si organizzano meeting, si dialoga, si cerca una soluzioni tramite riforma e intanto il ‘Bel Paese’ rimane attanagliato a questa crisi che non le permette spesso di comportarsi da grande paese quale esso. Di questo e di tanto altro ancora noi de “La discussione” abbiamo parlato con Vincenzo Elifani, presidente di CONFAPI LAZIO (Confederazione Italiana della Piccola e Media Industria Privata), presidente di UNIONSERVIZI CONFAPI, imprenditore ed esperto di economia e diritto sindacale.
Dottor Elifani lei è stato il promotore, a maggio scorso, di un convegno in Confapi Lazio su società partecipate e spending review. Qualcosa è cambiato in Italia da quella data?
Mi piacerebbe rispondere sì, ma purtroppo, ancora non posso. Certo, c’è più attenzione su questo tema e il nostro incontro, più le successive comunicazioni che sono seguite, ha sicuramente contribuito al dibattito sull’argomento. Per quanto riguarda il Lazio, so che anche il Governatore e il Sindaco della città di Roma si stanno muovendo con buoni propositi. Occorrerà però aspettare i risultati, prima di giudicare.
Mi auguro anche che il cambiamento coinvolga la scelta dei vertici che guidano queste società. Di certo, ricorrere sempre ai soliti noti che a volte sono anche ben oltre l’età della pensione, mi sembra uno spreco di risorse, di talento, di idee e di denaro pubblico. Sono per la maggior parte sempre gli stessi personaggi che ricoprono differenti incarichi e cumulano diverse e altissime retribuzioni per poltrone su cui, forse, non si sono mai seduti neppure una volta. Questo, non solo è sostanzialmente ingiusto, ma non favorisce neanche il ricambio generazionale o l’emergere di nuove professionalità.
Anche il Governo si sta muovendo contro la cumulabilità degli incarichi. Condivide la sua azione?
Non si può non condividerla, a patto che ai proclami seguano i risultati. Quanto è accaduto in occasione della legge sul tetto allo stipendio dei super manager pubblici è inqualificabile. Gli italiani lavorano duro per arrivare a fine mese e qualche politico astuto e disonesto pensa di ingannarli con modifiche dell’ultima ora. Alcuni manager di Stato, non sono l’unico a dirlo, guadagnano troppo. Personalmente mi piacerebbe un quadro retributivo che veda al vertice il Presidente della Repubblica, come più alta carica dello Stato, e sotto di lui tutte le altre retribuzioni dei dirigenti e manager di Stato. Come si può pensare che esistano dirigenti di Stato che hanno una retribuzione maggiore del nostro Presidente? Per quanto importante, il loro incarico non sarà mai più rilevante della Presidenza della Repubblica.
Lei ha toccato il delicato problema delle leggi, della scrittura, del modo di redarle. Si può fare qualcosa per migliorare questo processo?
Si può fare tantissimo. Le nostre leggi, oltre a essere troppe, e a volte inutili, sono scritte anche in burocratese e piene di rimandi e rinvii ad altre leggi. A volte sono un groviglio inestricabile per gli stessi esperti e arrivano a paralizzare interi settori della vita sociale e professionale causando magari l’effetto opposto a cui si voleva tendere. Non basta essere tecnici o esperti bisogna anche sforzarsi di essere buoni comunicatori se si vuole che un provvedimento venga condiviso, compreso e quindi applicato dagli interessati.
Un’ultima domanda per concludere. Ci sono dati confortanti per le nostre PMI che si impegnano all’estero. Qual è la situazione del Lazio?
Quello che dice è vero. Le nostre PMI stanno dando, in alcuni settori, risultati che ci inorgogliscono. Per il Lazio le esportazioni del settore alimentare stanno dando buoni risultati e altrettanto avviene per il settore farmaceutico, grazie alle tante e valide aziende che compongono il cluster di Pomezia. In Confapi Lazio ci impegniamo molto per aiutare le imprese a digitalizzarsi e internazionalizzarsi e il prossimo autunno ci saranno tanti gli eventi legati a questi temi. Inoltre, dopo le nostre missioni imprenditoriali in Russia, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita sono in programma altre missioni di sistema in Corea e America Latina.
Intervista di Marco Di Nardo